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CO2 | Banche e Criptovalute

da | Nov 8, 2021 | Chainblock News | 0 commenti

Si parla tanto di criptovalute come di grandi inquinatori dell’ambiente, ma le banche non sono da meno per emissioni di CO2.

Le emissioni CO2 delle banche

Ogni anno le banche circa 6,5 ​​miliardi di carte in tutto il mondo, sfornando 136.500 tonnellate di anidride carbonica (CO2) nel processo: l’equivalente di volare da New York a Sydney oltre 80.000 volte.

Sulla base di questi dati, la società Tenemos, specializzata nella fornitura di software per banche ed istituti finanziari, ha lanciato un preoccupato grido di allarme.

Per agire urgentemente secondo gli esperti della società tecnologica occorrerebbe un maggior uso del digitale da parte delle banche a partire dal cloud computing.

Secondo una recente ricerca di Microsoft le aziende che utilizzano la propria infrastruttura per il cloud, una delle più diffuse al mondo, avrebbero una maggiore efficienza energetica del 93% e un riduzione delle emissioni di co2 del 98% rispetto a chi utilizza un proprio data center in azienda.

Criptovalute neutral carbon

Le criptovalute che da sempre sono additate come grandi energivore e quindi grandi inquinatori, hanno di recente mostrato invece una grande sensibilità verso il tema ambientale.

Nei giorni scorsi uno dei più grandi exchange di criptovalute al mondo BitMEX ha annunciato di aver raggiunto lo status di zero emissioni.

Ad aprile 150  aziende crypto, società finanziarie e organizzazioni no profit, hanno firmato il Crypto Climate Accord per ottenere entro il 2030 la completa neutralità del carbonio.

Tra gli obiettivi proposti l’utilizzo del 100% dell’energia utilizzata dal settore delle rinnovabili. Molte fabbriche di mining di Bitcoin, una delle attività più dispendiose in termini di consumi energetici, stanno già adottando per la loro attività energie rinnovabili come il solare, l’idroelettrico, l’eolico e il nucleare.

Fonte: Cryptonomist

Chainblock Team