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Criptovalute e tasse | Legge di Bilancio 2023

da | Nov 25, 2022 | Chainblock News | 0 commenti

Nella bozza della legge di bilancio 2023 arriva anche la regolamentazione relativa al trattamento fiscale delle criptovalute.

La bozza, che ovviamente per ora è considerabile come una eventualità dato che la discussione della legge deve ancora essere affrontata dal parlamento, va quindi a stabilire in maniera inequivocabile l’inquadramento fiscale delle “cripto attività” e le relative conseguenze, oltre a indicare le possibilità di regolarizzazione per chi, negli anni passati, non si è mai posto il problema della loro dichiarazione

Tasse sulle criptovalute: dall’1 gennaio 2023 si pagherà il 26% sulle plusvalenze (sopra i 2000 euro)

Nella bozza della legge di bilancio lo “status” delle cripto attività viene stabilito dall’articolo 30, che va a ricondurre le plusvalenze da loro generate nel dominio dei “Redditi diversi” definiti all’articolo 67 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, e a cui si applica una tassazione del 26%.

Viene introdotta anche una franchigia: tutte le plusvalenze al di sotto dei 2000 euro (per anno di imposta) sono considerate esentasse. E, inoltre, le operazioni di conversione tra criptovalute diverse non costituiscono un evento fiscalmente rilevante.

Ciò significa, in altri termini, che come plusvalenza si intende solamente la differenza tra il valore di vendita e quello di acquisto delle cripto attività: quest’ultimo dovrà essere documentato a cura del contribuente e, in caso di impossibiltà, verrà assunto il valore 0 come costo d’acquisto. Su questo aspetto, però, è lasciata aperta una strada differente, come vedremo poco oltre. A partire dal 1 gennaio 2023, inoltre, le cripto attività dovranno essere indicate nel quadro RW della dichiarazione dei redditi, a solo scopo di monitoraggio fiscale.

Questa impostazione ha il pregio di stabilire una norma chiara dopo anni di ipotesi e dubbi, sgombrando inoltre il campo da quelle interpretazioni (anche ad opera dell’Agenzia delle Entrate che, ricordiamo, non è fonte di diritto) che vedevano l’equiparazione delle criptovalute a valute estere e per le quali le conversioni cripto-cripto rappresentavano un evento fiscale rilevante, andando ad aggravare la complessità dei conseguenti adempimenti.

Quindi, riassumendo, quanto segue è ciò che accadrà dall’1 gennaio 2023 se la bozza venisse approvata in questa forma:

  • Plusvalenze da criptovalute come “Redditi diversi” tassate al 26% se superiori a 2000 euro per anno di imposta
  • Obbligo di dichiarazione in quadro RW a scopo di monitoraggio fiscale
  • Nessuna rilevanza fiscale delle operazioni cripto-cripto
Tasse sulle criptovalute: il nodo del valore d’acquisto e l’opzione rivalutazione

Come dicevamo sopra, il valore d’acquisto di una cripto attività diventa un parametro chiave per poter stabilire l’ammontare della plusvalenza e, conseguentemente, dell’ammontare dell’imposta da versare. Se non vi sono particolari problematiche per il contribuente che ha modo di poter dimostrare e documentare quale sia stato il valore d’acquisto delle criptoattività in suo possesso, la questione si fa più delicata per coloro i quali non hanno modo di dimostrare alcun valore d’acquisto, eventualità non poi così remota trattandosi di criptovalute. 

Come dicevamo l’articolo 30 stabilisce che in mancanza di un valore d’acquisto documentabile, esso sia assunto come “0”: con questa eventualità la plusvalenza sarà di fatto equivalente al valore totale in possesso, e pertanto la tassazione sarà applicata interamente ad esso.

FONTE

Chainblock Team