La storica etichetta fondata da Mina e dal padre amplia e ripensa il proprio catalogo con numerose ristampe in vinile, nastri e un’ampia sezione NFT.
Un passo indietro.
La label viene fondata da Mina insieme al padre Giacomo Mazzini per valorizzare al massimo la propria autonomia artistica. Una visione sicuramente lungimirante ripensando a come poi in futuro la discografia è cambiata ed è ritornata, in parte, nella mani dell’artista. Così, dopo 55 anni, viene ripensata e ampliata la Pdu con un immaginario preciso e grandioso che mira a riportare l’interesse sull’oggetto musicale in alternativa (ma non in contrapposizione) con la musica fluida. La visione di Massimiliano Pani (compositore, arrangiatore e produttore), figlio di Mina, è sensata e coerente: “L’obiettivo di PDU è essere la trattoria che fa le cose a mano”, specifica e continua sottolineando “La volontà è di fare un prodotto con un alto contenuto artistico. Noi pensiamo che queste cose abbiano una unicità”. A supporto, ovviamente, c’è un team qualità composto da tecnici ed esperti come Celeste Frigo e Marco Bosisio.
L’idea è prendersi una fetta di mercato degli appassionati e collezionisti che perseguono alta qualità sonora ma anche con una certa attenzione alla parte grafica: vi saranno disegni inediti di Gianni Ronco e fotografie di Mauro Balletti. Le prime uscite di Mina saranno tre: Dilettevoli Eccedenze, un album raccolta con “deep cuts” (rarità, b side, inediti); Encadenados, un disco interamente cantato da Mina in spagnolo pubblicato una sola volta nel mercato spagnolo negli anni ’90 e poi Mina in Studio 2001-2021, doppio album in vinile mai pubblicato in cd, che ripropone il repertorio del dvd Mina in Studio del 2001 (ormai da tempo fuori catalogo) arricchito con l’inedita Accarezzame. Le prime tre pubblicazioni sono tutte con degli inediti di Mina, in più il prossimo sarà un disco di totali inediti e uscirà a gennaio come riferito da Pani, pubblicato solo in formato fisico e non sulle piattaforme streaming.
La scelta di guardare anche avanti è contemporanea e necessaria, senza farsi abbagliare dall’hype: “L’NFT è il futuro del collezionismo”, ma specifica che c’è stato un saliscendi vorticoso anche riferito a materiali di dubbio valore. Quindi sullo store del sito saranno disponibili oggetti da collezione in nft: le prime proposte di opere grafiche sono di Mauro Balletti (per le copertine degli album di Mina Canarino Mannaro, Rane Supreme, Salomè e Veleno) con immagini inedite che diventano così opere digitali con tecnologia blockchain (completate da video in cui l’autore spiega il procedimento di realizzazione).
Il primo NFT musicale di Mina: composto da due nuove cover, canzoni standard mai cantate prima: Almost blue e Eu sei que voi te amar. Avrà per copertina una bellissima idea grafica digitale realizzata da Gianni Ronco.
Mina è stata prima in tante cose ed è sempre stata capace di valorizzare al massimo la propria arte. Non è un progetto che va contro qualcuno ma un’aggiunta per gli appassionati che cercano qualcosa di diverso: un multiverso di Mina, in espansione.